La squeeze page, ovvero pagina spremi nomi, e’ una landing page un po’ speciale, che ha la funzione principale di spremere o di catturare nomi ed indirizzi dei visitatori per incrementare la tua lista, sviluppare il tuo business ed il tuo successo on line.
Tecnicamente una squeeze page puo’ essere costruita come una semplice pagina in codice html.
In determinate ipotesi, che ti mostrero’ a breve, avere una squeeze page rappresenta un must per un sito web perche’ ti consente di avere un approccio piu’ diretto con i tuoi visitatori, ma soprattutto con i clienti che hanno appena acquistato per la prima volta da te.
E dove essa e’ necessaria, la sua mancanza puo’ causare la breve durata di un business on-line perche’ privo di entrate o di successo!
Ma per farti capire meglio cio’ di cui ti sto parlando, faro’ ricorso al confronto con una semplice landing page di vendita di un prodotto.
Come saprai, di solito un visitatore entra in un sito per ottenere informazioni e non per acquistare.
Quindi, quando un visitatore entra in un sito, anche se non acquista subito uno o piu’ prodotti, tuttavia, potrebbe lasciare i suoi dati in cambio di un omaggio, iscrivendosi alla tua lista, per ricevere anche promozioni e novita’.
In seguito, attraverso piu’ messaggi in follow-up, potrai cercare di vendergli uno o piu’ prodotti per convertirlo in un nuovo cliente e poi, eventualmente in un cliente fidelizzato.
In questa classica ipotesi abbiamo una landing page che vende uno o piu’ prodotti e/o servizi e che contiene un modulo di iscrizione, per l’inserimento dei dati del visitatore in cambio di un omaggio.
Questa pagina rappresenta lo strumento per riuscire a contattare piu’ volte coloro che non hanno acquistato alla loro prima visita.
Inserisco ancora l’esempio della landing page della precedente lezione:

Quindi la funzione principale di una landing page e’ quella di vendere un prodotto, anche se poi, grazie all’omaggio, sara’ piu’ facile ottenere l’iscrizione al tuo autoresponder/lista.
In una squeeze page le cose cambiano notevolmente perche’ la funzione principale di una squeeze page non e’ tanto quella di vendere, ma soprattutto quella di ottenere i dati dell’acquirente, come nome ed indirizzo e-mail, nel caso in cui egli acquisti per la prima volta, attraverso l’utilizzo di un’altra pagina o di una vera e propria landing page.
E qui introduco il tema che ci interessa direttamente in relazione alla necessita’ di utilizzare una squeeze page.
Infatti l’espediente della squeeze page e’ utilizzato proprio perche’ in Italia, ed in Europa, vigono delle norme a tutela della privacy, secondo le quali il fatto che un utente abbia acquistato un prodotto non implica assolutamente che il medesimo ti abbia concesso un consenso implicito all’invio di nuove offerte e promozioni relative ad altri prodotti, perche’ le norme richiedono in ogni caso che per l’invio di promozioni commerciali future via email, sia necessario il consenso espresso del destinatario.
Tuttavia a questa regola generale le norme prevedono un’eccezione.
Cioe’ nel caso in cui il destinatario, durante l’acquisto di un prodotto e/o servizio, avvenuto direttamente sul sito web del mittente, abbia concesso il suo indirizzo di posta elettronica, e’ possibile utilizzare il suo nome ed indirizzo e-mail per inviare futuri messaggi promozionali relativi a prodotti e/o servizi simili, sulla base della sussistenza di un semplice consenso implicito.
Ovviamente questo vale solo nel caso in cui il nuovo cliente sia stato opportunamente informato con riguardo a tale tua intenzione, come vedrai in qualche lezione piu’ avanti, tramite un avviso inserito normalmente in una squeeze page, come conferma dell’ordine, che comunque e’ gia’ efficace perche’ il consenso all’acquisto e’ gia’ stato espresso.
E naturalmente vale anche a condizione che il destinatario non abbia manifestato espressamente di volersi opporre a tale utilizzo.
Il GDPR del 2016, in merito al problema, ha previsto, con il Considerando 47, una norma generica che richiama il legittimo interesse del titolare del sito web a gestire dati per finalita’ di marketing, allo scopo di trattare i dati dei clienti, ma cio’ in teoria gli consentirebbe di inviare sempre e-mail promozionali senza un consenso esplicito.
Per ovviare a questa lacuna, le legislazioni nazionali europee, in forma piu’ o meno restrittiva, hanno previsto un limite a questo legittimo interesse.
Ad esempio in Italia l’art.130 del d.lgs 101/2018 ha specificato meglio che cosa si intenda per legittimo interesse.
Infatti, secondo il tenore di tale norma, se il titolare del trattamento utilizza, a fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica fornite dall’interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, puo’ non richiedere il consenso esplicito dell’interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l’interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni.
L’interessato, al momento della raccolta e in occasione dell’invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente.
Quindi e’ possibile inviare ad un cliente appena acquisito o acquisito da tempo, messaggi email promozionali relativi a prodotti e/o servizi che siano simili o affini a quelli o a quello che ha gia’ acquistato, utilizzando l’indirizzo e-mail che sia stato fornito insieme agli altri dati che siano utili alla conferma dell’ordine ed alla sua evasione.
Percio’ se hai appena venduto un software per la raccolta automatica dei dati degli utenti, potrai inviare email promozionali al tuo cliente, che abbiano ad oggetto altri prodotti elettronici, o anche info-prodotti, ma non potrai sicuramente fare promozioni relative a prodotti che abbiano a che fare con la cura degli animali domestici o relativi al settore dell’abbigliamento..
Invece negli Stati Uniti d’America, nel CAN-SPAM Act, vige una regola diametralmente opposta, secondo la quale l’acquisto di un prodotto comporta necessariamente anche l’acquisizione del consenso all’invio di e-mail promozionali al nuovo cliente.
Naturalmente i corollari di simili normative sono che una ditta statunitense che vuole vendere in Europa dovra’ adeguarsi alle normative europee, mentre un’azienda europea che vorra’ vendere negli USA avra’ piu’ possibilita’ di manovra e maggiori chance di vendita.
Vedrai nelle prossime lezioni delle applicazioni dirette di squeeze page che hanno lo scopo di raccogliere i dati di coloro che sono in procinto di acquistare o che hanno appena acquistato, per ottenere il loro consenso all’invio di email promozionali, attraverso un’adeguata informazione relativa a tale evenienza.
In conclusione bisogna aggiungere che tutti gli esempi di squeeze page e tutte la strategie di squeeze page, presentate nelle prossime lezioni, vanno integrate con le norme citate, le quali fanno riferimento ad un consenso implicito all’invio di e-mail promozionali, aventi ad oggetto prodotti simili a quelli gia’ venduti.
E cio’ purche’ si provveda ad avvisare il destinatario dell’evenienza e della sua possibilita’ di rifiutare, magari con un link inserito ad hoc.
In pratica i due limiti ben circoscritti sono la similarita’ dei prodotti gia’ venduti e di quelli che saranno reclamizzati in futuro e la mancanza di un rifiuto espresso.
In tutti gli esempi di squeeze page che seguono, sara’ agevole poter inserire l’avviso di voler considerare l’indirizzo e-mail, fornito solo per le procedure inerenti all’acquisto, come suscettibile di utilizzo per l’invio di future email promozionali.
